LE 3.16 E MEZZO…

Dovrei essere un grande poeta

e il pomeriggio casco dal sonno

so che la morte mi viene addosso

come un toro gigantesco

e il pomeriggio casco dal sonno

so di guerre e di uomini che si battono nell’arena

apprezzo la buona cucina, il vino e le donne

e il pomeriggio casco dal sonno

so cos’è l’amore di una donna

e il pomeriggio casco dal sonno,

mi piego al sole dietro una tenda gialla

mi chiedo dove sono finite le mosche dell’estate

ricordo la morte sanguinosa di Hemingway

e il pomeriggio casco dal sonno.

 

un giorno non cascherò dal sonno, il pomeriggio,

un giorno scriverò una poesia che di quelle colline laggiù

farà vulcani

ma ora casco dal sonno, il pomeriggio,

e qualcuno mi chiede: “Bukowski, che ore sono?”

e io dico: “le 3,16 e mezzo”.

mi sento in colpa, mi sento odioso, inutile,

pazzo, mi sento

cascare dal sonno il pomeriggio,

bombardano le chiese, okay, va bene,

nel parco i bimbi cavalcano i ponies, okay, va bene,

le biblioteche sono piene di migliaia di libri di scienza,

una gran musica aspetta dentro la radio vicina

e il pomeriggio io casco dal sonno,

ho in me questa tomba che dice:

ah, gli altri facciano pure, vincano pure,

lasciatemi dormire,

la saggezza è nelle tenebre

spazzare nelle tenebre come scope,

vado dove sono andate le mosche dell’estate,

acchiappatemi se vi riesce.

Charles Bukowski

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