PSICOTAXI…

  Vestita di bianco nella primavera che avanza, gentile, quasi timida, come se dovesse chiedere scusa per il solo fatto di esistere. "Anni fa", confida mentre il traffico c'imprigiona, "mio marito si è suicidato…"

 

  Il cliente successivo esce da una palestra, l'odore di borotalco riempie il taxi, "mica perchè mi diverto", dice,"in palestra ci lavoro". Corre, non ha tempo, deve andare al pub dove a nero fa il cameriere per pagarsi l'affitto di un monolocale. "Non avrei dovuto – sostiene – venire a Milano, smettere di studiare. Non avrei dovuto andare a vivere con lui  ma ora ho  preso un cane".

 

  Sensi di colpa! Non c'è nulla di più inutile. Lasciate perdere le consolazioni, non credete alle pacche sulle spalle; a chi dice "stai tranquillo”. Teneteveli stretti gli errori!

 

 -  Se lo trovo lo linko… cosa? un film di fantascienza dell'89, anche se non si è mai vista un'Enterprice formato taxi!
 

   

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